«Un servo non è più grande del suo padrone». Gv 13,16-20. Gesù non ha remore nel parlare di servi e di padroni. Per Lui non è una questione di classe ma, piuttosto, di relazione. Il padrone, infatti, per Gesù, è colui che serve. Pertanto, che differenza c’è tra lui e il servo? Il padrone è, in sostanza, colui che ama per primo. Per questo viene prima ed è l’origine di tutto. Il servizio non è sottomissione ma obbedienza filiale. Quando uno è amato fa di tutto per corrispondere all’amore che riceve, mettendosi a disposizione per qualsiasi cosa. Conosco, a questo proposito, degli sposi dove davvero si gareggia fra chi serve per primo l’altro e dove l’altro viene sempre prima. È una cosa bellissima! Per questo, i rapporti nella Chiesa possono essere tranquillamente gerarchici senza che ci sia il minimo di servilismo. Al Vescovo io ho promesso filiale rispetto e obbedienza e non ho alcuna intenzione di sottrarmi a tale promessa. Perchè? Perchè non ho il minimo dubbio che ogni sua richiesta parte da un vero amore e una vera stima nei miei confronti. Essere servi di chi ci si sente amati è l’avventura più bella che possa capitare nella vita! Altrimenti è tutto uno sgomitare per salire la china del comando… Buona giornata