«Cominciarono a parlare anche ai Greci, annunciando che Gesù è il Signore». At 11,19-26. Siamo nati in un contesto di fede cristiana e ci sembra assodata tale appartenenza. Sappiamo molto bene, inoltre, che il processo di secolarizzazione avanza spedito. Stiamo ritornando, di fatto, al contesto pagano del primo annuncio cristiano. Diventano quanto mai preziose le testimonianze che ci arrivano dagli Atti degli Apostoli dove si raccontano i primordi della Chiesa. Come è avvenuto che dei lontani diventassero dei vicini? Come sono maturate le conversioni delle persone? Non certo per strategie definite a tavolino. Tutto è avvenuto grazie alla testimonianza gioiosa di singoli credenti che dichiaravano come Gesù fosse il Signore della loro vita. Bastava raccontare la sua morte e risurrezione per ottenere l’interesse e la l’attenzione degli uomini. Forse, oggi siamo troppo pretenziosi: vorremmo spiegare tutto a tutti, essere ragionevoli e comprensibili, veicolare i pensieri da rendere indubitabile l’annuncio del Vangelo… troppo! All’annuncio del Vangelo deve seguire il silenzio. Occorre la fiducia nella forza persuasiva dell’amore di Dio. A noi non è dato di convertire nessuno. Ci è chiesto solo di annunciare che Gesù è il Signore! Forse, siamo così tronfi dei nostri ragionamenti sulla fede da essere ostacolo alla nuda e cruda verità di Gesù morto e risorto per tutti… Buona giornata