È difficile trovare persone piene di gioia. Si trovano, piuttosto, persone molto allegre, chiassose. Fuori dai bar, nei week end, c’è sempre aria di festa. Bicchieri in mano, battute, risa fragorose, pacche sulle spalle. Sembra tutto bello, sereno, giocoso. Poi, però, d’un tratto scoppia la rissa. Chi stava ridendo e scherzando si tramuta in belva scatenata. Che succede?
È vera gioia? Forse è solo euforia. Dentro si nasconde la rabbia, la paura, la tristezza. Basta un niente per far perdere le staffe e provocare l’inferno. La gioia è proprio il contrario. È quella condizione nella quale anche se tutto è contro e sfavorevole niente riesce a mettere in discussione la pace del cuore.
Ne sono un esempio formidabile Paolo e i suoi compagni. Sono impegnati nell’annuncio del Vangelo e trovano contrarietà e ostilità. Vengono contestati e cacciati. Ma non perdono affatto la loro serenità. Anzi: il redattore degli Atti degli Apostoli attesta che proprio in quel rifiuto manifestavano una gioia piena.
Cosa significa questo? Significa che la gioia non è una sguaiata esuberanza ma un profondo stato d’animo di pace che rimane imperturbabile anche nelle situazioni più critiche. Chi è nella gioia non è sempre esuberante ma certamente non è mai contro qualcuno. Ha Dio nel cuore.