«Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna». Gv 6,22-29. Qualcuno potrebbe dire: “Se non mi do da fare, muoio di fame! Altro che disinteressarmi!”. Possibile che Gesù sia stato così sprovveduto da invitare all’immobilismo e al disinteresse per la vita ordinaria? Io penso di no! Gesù invita a non preoccuparsi oltremodo per il sostentamento, quasi fosse l’unica ragione di vita. Perchè? Perchè se dovessimo pensare a ciò di cui veramente abbiamo bisogno ci accorgeremmo che ciò per cui ci affanniamo è certamente l’eccesso, il di più, il superfluo. Ciò di cui abbiamo bisogno per vivere è più accessibile di quanto immaginiamo… Gesù ci invita a guardare gli uccelli del cielo che, sebbene non seminino e non mietano, ogni giorno hanno da mangiare il necessario! Di cosa, invece, occorre occuparsi con più cura? Di ciò che rimane, ossia delle ragioni che danno un senso al vivere. Non si fa fatica oggi a constatare come si respiri un “male di vivere” diffuso… adolescenti e giovani in affanno, psicofarmaci venduti a grandi quantità, episodi estremi di autolesionismo… Non ci sono ragioni sufficienti per vivere in pienezza la vita! Questo è ciò per cui Gesù ci invita a darci da fare! Buona giornata