«Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi». 1Gv 1,52,2. Un tempo tutto era peccato, fino all’esagerazione. Tutto era moralmente normato fin nel dettaglio. C’erano delle vere e proprie liste di peccati a cui corrispondevano pene e penitenze ben definite. Quando si esagera da una parte, inevitabilmente, si arriva ad esagerare dall’altra. Infatti, oggi, nulla è più peccato. Si è totalmente smarrito il senso del peccato. Ognuno, in maniera del tutto autonoma, stabilisce la propria moralità in base al proprio sentire e alla propria sensibilità. Non è raro sentire persone che sostengono candidamente di non avere peccati. Così come non è raro sentire persone che dichiarano disarmatamente di non conoscere cosa sia peccato. Giovanni, nella sua Prima Lettera, ci ricorda che non possiamo dire di essere senza peccato. Significa che in noi ci sono moti spontanei che ci portano ad agire contrariamente alla volontà di Dio. Come conoscere la volontà di Dio? Ascoltando la sua Parola. Non c’è altra maniera per far venire alla luce le nostre imperfezioni che lasciandosi istruire dal Vangelo. Non occorre fare degli elenchi di prescrizioni. Una profonda comunione con Dio è sufficiente a mettere a nudo il nostro male e a generare il pentimento. Non indugiamo nell’ascolto della Parola… Buona giornata