Il verbo essere in greco si può tradurre anche con il verbo divenire. La fede non è una condizione statica ma dinamica. Sappiamo che Tommaso, inizialmente restio a credere alla risurrezione di Gesù, successivamente dichiara la propria fede incondizionata. C’è un passaggio ben preciso nel suo cuore. Devono accadere delle cose perchè possa diventare credente.
La questione è che di fronte ai medesimi fatti noi possiamo diventare sia credenti che non credenti. È la nostra scelta a determinare la lettura della realtà. Non è corretto quando qualcuno dice di non avere il dono della fede come se non dipendesse da lui.
Sì, siamo noi a decidere se aver fede o no. I fatti sono tutti equivocabili. Ci sono mille ragioni per credere e mille per non credere. Non sarà mai vincolante l’adesione al Signore. Questo perchè proprio il Signore è garante della nostra libertà. La fede è una scelta chiara d’amore.
Nel Triduo Pasquale abbiamo celebrato gli avvenimenti della morte e risurrezione di Gesù. Siamo stati provocati. Ognuno di noi ha provato dei sentimenti e delle emozioni assolutamente originali. Nessuno deve chiudersi lì ma, piuttosto, continuare nella ricerca. Ognuno deve semplicemente chiedersi: voglio diventare credente o non credente? E da qui partire per il viaggio…