«Nessuno dei discepoli osava domandargli: “Chi sei?”». Gv 21,1-14. Ogni uomo sperimenta situazioni, casi della vita, dei quali non riesce a capirne bene il senso e l’origine. Ci sono cose che sfuggono dal controllo della propria volontà. E allora, occorre cercare al di fuori di sé. Ma non è facile né scontato. Tantissimi preferiscono lasciare nell’indistinzione il tutto senza cercare risposte e spiegazioni. È la strada più gettonata. Chi si interroga deve per forza chiedere aiuto e affidarsi ad un Altro. Anche i discepoli, dopo la pesca miracolosa, non vogliono fare troppe domande. Non vogliono chiedere se è Gesù… lo sanno bene! Ma preferiscono non indagare. Vorrebbe dire ammettere la propria inconcludenza… e anche la doverosa dipendenza dalla cura e dall’aiuto di Gesù. Quante persone seppure graziate da Dio non sanno attribuirgli il merito. Piuttosto si appellano al caso ma riconoscerne a Dio la paternità non se ne parla proprio! Ad ogni grazia che riceviamo, ad ogni momento di gioia che viviamo, ad ogni situazione appagante, impariamo a chiedere “per Chi e Per che cosa sperimento una tal cosa?”. Approdare a Gesù è il dono più bello e più grande che si può ricevere! Usciamo da noi stessi, dalla nostra boria… In Dio tutto è un miracolo! Buona giornata