«Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Gv 20,11-18. Quando ero piccolo mi capitava di chiedere a mia madre dove fosse un determinato oggetto di cui avevo bisogno. Mamma mi rispondeva: “È al suo posto”. Cioè: è laddove sempre lo si metteva, in un posto ben definito. Maria Maddalena va al sepolcro perchè quello è il posto dove vengono collocati i morti. Se Gesù non è lì è impossibile possa essere altrove. Noi abbiamo questo approccio alla realtà: collochiamo ogni cosa dentro uno schema mentale ben definito e, difficilmente, immaginiamo una novità. Dio spariglia le carte. Dio è sorprendente. Magari è proprio laddove lo stai cercando ma non è nella forma in cui te lo aspettavi. Con Dio occorre avere occhi illuminati dallo Spirito santo. Ossia: occorre avere occhi che non guardano da soli, secondo lo schema dell’ordinarietà, ma sono sostenuti da una Parola che fa da decodificatore. Tutti gli Apostoli e i discepoli vedono il Signore e non lo riconoscono. Hanno bisogno che degli angeli forniscano loro delle indicazioni, delle parole. Solo così il loro sguardo si accende e tutto diventa chiaro. Per noi l’Angelo è la liturgia: senza una Parola pregata è possibile che Pasqua rimanga solo una bella festa ma non diventi il portale della salvezza. Buona giornata