È vero, siamo sempre bisognosi. Siamo sempre poveri nella fede. Siamo sempre titubanti. Però, qualcosa abbiamo sperimentato della Pasqua di Cristo! È impossibile credere senza delle ragioni. E le ragioni non sono puramente teologiche ma esperienziali. Se i discepoli hanno testimoniato è perchè hanno sentito, visto e toccato.
Sembra che siamo sempre dei principianti nella fede. Il dubbio sovrasta come un padrone dentro di noi. Basta niente per buttare all’aria tutto il cammino che abbiamo fatto. La fede risulta essere sempre oggetto di verifica. Dio è sempre sotto osservazione: non deve sgarrare nel fare ciò che noi vogliamo.
La fede è ancorata ad un avvenimento o non consiste. Ognuno di noi deve poter raccontare qualcosa dove ha sperimentato di essere passato dalla morte alla vita, altrimenti non c’è Pasqua da annunciare! Quando si riceve un dono, la gratitudine non è più scalfita da nessun dubbio e nessuna lamentela.
Siamo dei risorti? Possiamo dire di essere vivi tornati dai morti? Vediamo una prospettiva sempre aperta della vita? Allora non tacciamo più la gioia che viene da questa certezza! Il mondo non ha bisogno di gente irreprensibile ma di gente felice che ama senza più la paura di perderci. Chi è risorto non muore più…