«Anche se non credete a me, credete alle opere». Gv 10,31-42. Un amico prete, impegnato in questo periodo nella benedizione delle case, si è trovato davanti agli occhi un foglietto appiccicato ad una porta con scritto: “Siamo felicemente atei. Non abbiamo bisogno di benedizione”. Anche Gesù si è trovato davanti uomini e donne chiusi alla fede. Non si è allarmato. Come ha reagito? Con i fatti, con le opere. Non c’è come il bene, la carità, capaci di raccontare l’identità più profonda di una persona. Il Vangelo ricorda che “dai frutti ci riconosceranno”. Se delle persone non ci vogliono vedere è molto probabile che hanno avuto un incontro critico con qualcuno che si professava cristiano. Sono certo, comunque, che un ateo felice sia la gioia di Dio. Dio non ha bisogno di pubblicità. Dio non è alla ricerca di seguaci. Dio desidera la felicità dell’uomo! E se un uomo l’ha raggiunta è certamente in pace con tutti. Mi viene il dubbio che queste persone che hanno chiuso le porte al prete siano veramente felici e pacificate… Cosa fare? Continuare ad amare! E mostrare nei fatti come la nostra vita è aperta a tutti, senza pregiudizio e senza preclusioni. E se rimarranno chiusi, lasciamo ogni giudizio al Padre. Buona giornata