«Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno». Gv 8,51-59. La morte è il caso serio della vita. Se ne parla sempre di meno ma, prima o poi, tutti ci si trova ad averne a che fare. E quando arriva punge. Interroga. Per la verità, incontro sempre più gente che, sebbene non credente, riesce ad anestetizzare stoicamente la virulenza del dolore. Razionalmente viene accettata con imperturbabilità come fatto naturale, non controllabile. Incontro, inoltre, persone che, pur dichiarandosi agnostiche, affrontano la problematicità della morte con tutta quella retorica che parla di paradiso, di angeli, di stelle, quasi che la morte fosse magicamente il portale ad un’altra vita. Personalmente, in maniera provocatoria, a chi mi chiede ragione della morte, dico che io non muoio. Vedo sconcerto in chi mi ascolta, come se fosse una pazzia. In realtà, proprio Gesù ci ha insegnato questa verità: chi ascolta la mia Parola non sperimenta la morte! La morte va arginata prima di morire. Se uno vive, se uno sperimenta la vita, è vivo e della morte non ha più pensiero. San Paolo dirà: “Dov’è o morte il tuo pungiglione?”. Gesù è risorto dopo la morte. Noi, grazie a Lui, risorgiamo prima della morte! Siamo, infatti, risorti con Cristo! Non è una meraviglia? Buona giornata