«Chi ama la sapienza ama la vita, chi la cerca di buon mattino sarà ricolmo di gioia». Sir 4,12-22. Provo a pensare la levata dell’uomo medio: suona la sveglia, subito in piedi, qualche sbadiglio, una sosta in bagno per l’igiene, se ci sono figli, avanti e indietro dalla loro stanze, per verificare l’effettivo risveglio, colazione, qualche parola veloce sull’organizzazione della giornata e, poi, via in macchina nel traffico mattutino fatto di ingorghi e parolacce e, infine, sotto con il lavoro. Tutto un movimento frenetico, senza silenzi e senza soste, velocissimi, subito sul pezzo. Ma quando un attimo per riflettere, per pregare, per allinearsi con la realtà, per prendere coscienza del proprio compito nel mondo? Ecco: il Libro della Sapienza ci ricorda che se amiamo veramente la vita dobbiamo trovare il tempo per coglierne tutto il suo “sàpere”, il suo sapore, il suo gusto. Fin dal mattino sarebbe opportuno ritagliare momenti di pace e di preghiera. Quanto è grande il rischio di vivere estranei a noi stessi, come degli autonomi, svolgendo delle mansioni ma senza la gioia e la pregnanza propri della vita. Non è tempo perso, lo assicuro! La frenesia non salva, non velocizza le operazioni ma semplicemente esilia dalla vita e fa scorrere tutto senza senso e senza gusto! Facciamo attenzione: rallentiamo! Buona giornata