«Si gettavano su di lui per toccarlo». Mc 3,7-12. Lo vediamo agli spettacoli di cantanti e artisti famosi: la gente si assiepa e fa di tutto per carpire uno sguardo, un bacio, una carezza, una stretta di mano… anche solo sfiorare il corpo del beniamino sembra di toccare la luna con un dito! Diceva Martin Buber che l’uomo è il più grande creatore di idoli: è proprio così, con l’immaginazione riusciamo a crearci delle suggestioni capaci di anestetizzare la realtà e rinchiuderci dentro un mondo ideale fasullo e inesistente. Chi calca i palchi del mondo conosce molto bene queste logiche e fa di tutto per sostenerle e alimentarle: la dipendenza dei loro fan è benzina per il loro successo e la loro affermazione. Anche con Gesù le folle si accalcavano e facevano di tutto per toccarlo. Chi riusciva, spesso, veniva anche guarito! Gesù aveva un potere taumaturgico che non era immaginario ma reale ed effettivo ma, differentemente dagli uomini di successo, non faceva nulla per sostenere questa sua capacità. Al contrario, scappava e si nascondeva! Non voleva, nella maniera più assoluta, generare aspettative oltre la realtà. Qui sta la diversità sostanziale tra l’idolo e Dio: uno lega a sè, l’altro libera… pensiamoci! Buona giornata