«Conveniva infatti che Dio rendesse perfetto per mezzo delle sofferenze». È bene che riflettiamo sul ruolo della sofferenza nella nostra vita. Generalmente la rifuggiamo. Se siamo padri o madri preferiamo addossarcela noi piuttosto che vederla gravare sui figli. Eppure la sofferenza è parte integrante dell’esistenza. Non è possibile evitarla ad oltranza: prima o poi si affaccia sulla finestra dei nostri giorni. Cosa è la sofferenza? È una situazione che interroga e inquieta il cuore. Non è il dolore che ha più a che fare con il corpo biologico. È un’esperienza che richiede un surplus di impegno e di consapevolezza in colui che si la sta vivendo. La sofferenza non va evitata nè tantomeno rimossa! La sofferenza va guardata in faccia, va interrogata, va assunta. Gesù nel momento in cui ha sperimentato la sofferenza del rifiuto, del dissenso, dell’incomprensione non si è abbattuto… si è chiesto da che cosa era generata. Una volta compreso che la causa della volontà di Dio che portava avanti era più importante di tutto ha abbracciato la sofferenza e l’ha sopportata fino alla fine, senza mai lamentarsi e senza indietreggiare! Solo così ha mostrato la perfezione della condizione filiale: la fiducia totale nel Padre! La sofferenze era un dettaglio rispetto alla sostanza dell’opera salvifica! Solo ragioni forti permettono una perseveranza nel bene… Buona giornata